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venerdì 19 marzo 2010

sabato della IV sett. di Quaresima

ogni giorno una proposta di riflessione per il Tempo di Quaresima

"Metti in noi, Signore, uno spirito nuovo, e saremo tuo popolo"

Affido alla vostra preghiera la nostra Comunità Diocesana e, in particolare, i nostro cari Sacerdoti che celebrano l’Anno Sacerdotale, perché sempre più diventino uomini di preghiera e di carità operosa sul modello del Signore Gesù e sull’esempio del Santo Curato d’Ars che pregando chiedeva: «Mio Dio, fammi la grazia di amarti tanto quanto è possibile che io t’ami».

(dal Messaggio per la Quaresima 2010 del Cardinale Crescenzio Sepe)

Dalla costituzione pastorale «Gaudium et spes» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo.
La Sacra Scrittura, con cui è d'accordo l'esperienza di secoli, insegna agli uomini che il progresso umano, che pure è un grande bene dell'uomo, porta con sé una grande tentazione: infatti, sconvolto l'ordine dei valori e mescolando il male col bene, gli individui e i gruppi guardano solamente alle cose proprie, non a quelle degli altri; e così il mondo cessa di essere il campo di una genuina fraternità, mentre invece l'aumento della potenza umana minaccia di distruggere ormai lo stesso genere umano. Se dunque ci si chiede come può essere vinta tale miserevole situazione, i cristiani per risposta affermano che tutte le attività umane, che son messe in pericolo quotidianamente dalla superbia e dall'amore disordinato di se stessi, devono venir purificate e rese perfette per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo. Redento, infatti da Cristo e diventato nuova creatura nello Spirito Santo, l'uomo può e deve amare anche le cose che Dio ha creato. Di esse ringrazia il Benefattore e, usando e godendo delle creature in povertà e libertà di spirito, viene introdotto nel vero possesso del mondo, quasi al tempo stesso niente abbia e tutto possegga: «Tutto», infatti, «è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio» (1 Cor 3, 22-23). Il Verbo di Dio, per mezzo del quale tutto è stato creato, fattosi carne lui stesso, e venuto ad abitare sulla terra degli uomini, entrò nella storia del mondo come l'uomo perfetto, assumendo questa e ricapitolandola in sé. Egli ci rivela che «Dio è amore» (1 Gv 4, 8), e insieme ci insegna che la legge fondamentale della umana perfezione, e perciò anche della trasformazione del mondo, è il nuovo comandamento della carità. Coloro, pertanto, che credono alla carità divina, sono da lui resi certi, che è aperta a tutti gli uomini la strada della carità e che gli sforzi intesi a realizzare la fraternità universale non sono vani. Così pure egli ammonisce a non camminare sulla strada della carità solamente nelle grandi cose, bensì e soprattutto nelle circostanze ordinarie della vita.

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