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venerdì 12 marzo 2010

sabato della III sett. di Quaresima

ogni giorno una proposta di riflessione per il Tempo di Quaresima

"Non chi dice Signore, Signore entrerà nel Regno dei cieli"

Pregare non è facile perché richiede impegno, apertura e molta generosità. Secondo alcuni maestri di vita spirituale, la preghiera è “la più grande fatica”, specie quando lo spirito non assapora il “gusto delle realtà spirituali” e quando si sperimenta il “silenzio” di Dio. Proprio allora la preghiera diventa preziosa, si fa fedeltà nella prova, accoglienza della “notte oscura” ed esperienza viva della stessa preghiera di Gesù nell’Orto degli Ulivi, sino a condividere “gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”. (Fil 2,5). (dal Messaggio per la Quaresima 2010 del Cardinale Crescenzio Sepe)

Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
Afferma la Scrittura: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5, 7). La misericordia non ha l'ultimo posto nelle beatitudine. Osserva ancora: Beato l'uomo che ha cura del misero e del povero (cfr. Sal 40, 2) e parimenti: Buono è colui che è pietoso e dà in prestito (cfr. Sal 111, 5). In un altro luogo si legge ancora: Tutto il giorno il giusto ha compassione e dà in prestito (cfr. Sal 36, 26). Conquistiamoci la benedizione, facciamo in modo di essere chiamati comprensivi, cerchiamo di essere benevoli. Neppure la notte sospenda i tuoi doveri di misericordia. Non dire: «Ritornerò indietro e domani ti darò aiuto». Nessun intervallo si interponga fra il tuo proposito e l'opera di beneficenza. La beneficenza, infatti, non consente indugi. Spezza il tuo pane all'affamato e introduci i poveri e i senza tetto in casa tua (cfr. Is 58, 7) e questo fallo con animo lieto e premuroso. Te lo dice l'Apostolo: Quando fai opere di misericordia, compile con gioia (cfr. Rm 12, 8) e la grazia del beneficio che rechi ti sarà allora duplicata dalla sollecitudine e tempestività. Infatti ciò che si dona con animo triste e per costrizione non riesce gradito e non ha nulla di simpatico. Quando pratichiamo le opere di misericordia, dobbiamo essere lieti e non piangere: «Se allontanerai da te la meschinità e le preferenze», cioè la grettezza e la discriminazione come pure le esitazioni e le critiche, la tua ricompensa sarà grande. «Allora la tua luce sorgerà come l'aurora e la tua ferita si rimarginerà presto» (Is 58, 8). E chi è che non desideri la luce e la santità? Perciò, o servi di Cristo, suoi fratelli e coeredi, se ritenete che la mia parola meriti qualche attenzione, ascoltatemi: finché ci è dato di farlo, visitiamo Cristo, curiamo Cristo, alimentiamo Cristo, vestiamo Cristo, ospitiamo Cristo, onoriamo Cristo . Poiché il Signore di tutti vuole la misericordia e non il sacrificio, offriamogli appunto questa nei poveri e in coloro che oggi sono avviliti fino a terra. Così quando ce ne andremo di qui, verremo accolti negli eterni tabernacoli, nella comunione con Cristo Signore, al quale sia gloria nei secoli. Amen.

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