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martedì 2 marzo 2010

giovedì della II sett. di Quaresima

ogni giorno una proposta di riflessione per il Tempo di Quaresima

"Chi medita la legge del Signore porta frutto a suo tempo"

Ti siano gradite, Signore le mie parole, Dio della mia salvezza. davanti a te pongo i pensieri del mio cuore . Fammi conoscere le tue vie, dammi intelligenza per osservare i tuoi comandi. Insegnami il senno e la saggezza per osservare la tua legge. Siano attenti tuoi orecchi, o Signore, alla preghiera di questa tua famiglia e ascoltala in quanto ti chiede, perchè tu hai suscitato in noi il desiderio di te.
(da "Quaresima è bello" di Domenico Nicolai)


Dai «Trattati sui salmi» di sant'Ilario, vescovo
«Beato l'uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie» (Sal 127, 1).
Vediamo da ciò per quanti gradi si arriva al timore di Dio.
Anzitutto, occorre chiedere il dono della sapienza. Solo allora si potrà comprendere il timore del Signore. Certamente il modo comune di ragionare degli uomini non procede così circa il timore.
Infatti il timore è considerato come la paura che ha l'umana debolezza quando teme di soffrire ciò che non vorrebbe gli accadesse. Tale genere di timore si desta in noi con il rimorso della colpa, di fronte al diritto del più potente, o all'attacco del più forte, a causa di una malattia, per l'incontro con una bestia feroce o, infine, per la sofferenza di qualsiasi male.
Non è questo il timore che qui si insegna, perché esso deriva dalla debolezza naturale.
Del timore del Signore invece così sta scritto: «Venite, figli, ascoltatemi; v'insegnerò il timore del Signore» (Sal 33, 12). Dunque si impara il timore del Signore, perché viene insegnato. Questo genere di timore non sta nello spavento naturale e spontaneo, ma in una realtà che viene comunicata come una dottrina. Non promana dalla trepidazione della natura, ma lo si comincia ad apprendere con l'osservanza dei comandamenti, con le opere di una vita innocente, e con la conoscenza della verità.
Per conto nostro il timore di Dio è tutto nell'amore, e l'amore perfetto perfeziona questo timore.
Il compito proprio del nostro amore verso Dio è di ascoltarne gli ammonimenti, obbedire ai suoi comandamenti, fidarsi delle sue promesse. Ascoltiamo dunque la Scrittura che dice: «Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore tuo Dio, se non che tu tema il Signore tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu l'ami e serva il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene?» (Dt 10, 12).
Molte poi sono le vie del Signore.
Bisogna dunque trovare quell'unica via della vita eterna che fa per noi.
Vi sono infatti vie nella legge, vie nei profeti, vie nei vangeli, vie negli apostoli, vie anche nelle diverse opere dei maestri.
Beati coloro che camminano in esse col timore di Dio.



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