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martedì 2 marzo 2010

mercoledì della II sett. di Quaresima

ogni giorno una proposta di riflessione per il Tempo di Quaresima

" Convertitevi, e fate penitenza, fatevi nuovi nel cuore e nello spirito"

Questo comando del Signore vuol dire: E' ora di credere al Vangelo, di prendere sul serio il Vangelo di Dio che ci viene proclamato. Il tempo è compiuto, il regno di Dio è in mezzo a noi. Dice Gesù: "Ecco, io sto alla porta e busso, se uno mi apre, io entrerò e cenerò con lui". Ogni Quaresima san Paolo ripete: Vi supplico fratelli, lasciatevi riconciliare con Dio, apritegli il cuore. Dio è amore, e in Cristo ci ha amati fino a consegnarlo alla morte per noi. Convertirsi è prendere coscienza dell'amore di Dio e del dono di Dio. Il Dio che si è rivelato a Mosè è Dio di tenerezza e di grazia, lento all'ira e ricco di misericordia e di fedeltà, nonostante i tradimenti dell'uomo. "Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, nè vacillerebbe la mia alleanza di pace, dice il Signore che ti usa misericordia".
(da "Quaresima è bello" di Domenico Nicolai)

Dal trattato «Contro le eresie» di sant'Ireneo, vescovo
Dio creò l'uomo fin dal principio allo scopo di colmarlo dei suoi doni, scelse i patriarchi per dar loro la salvezza, si preparò per tempo un popolo per insegnare a servire Dio a coloro che lo ignoravano, predispose il ministero dei profeti per educare gli uomini a portare in sé lo Spirito e a godere della comunione con Dio. Egli, che non ha bisogno di nessuno, concesse la comunione con sé a coloro che avevano bisogno di lui.
Per coloro che gli erano graditi disegnò l'edificio della salvezza, come farebbe un architetto. Fece egli stesso da guida a coloro che non conoscevano la strada in Egitto. A coloro che andavano errando nel deserto diede una legge quanto mai adatta. Concesse a quelli che entrarono nella terra promessa una degna eredità. Infine in favore di coloro che si convertono al Padre, uccise il vitello grasso e donò loro la veste più bella. Così, in varie maniere, dispose il genere umano in vista della grande «sinfonia» della salvezza.

Diede al popolo le leggi per costruire il tabernacolo, edificare il tempio, eleggere i leviti, come pure per i sacrifici, le offerte e le purificazioni e ogni altra cosa per il servizio del culto.
Egli, a dire il vero, non aveva alcun bisogno di tutto questo. Ma voleva educare il popolo, portato continuamente a tornare agli idoli. Voleva disporlo, con molti interventi e sussidi, a perseverare nel servizio di Dio, richiamandolo per mezzo delle cose secondarie alle primarie, con le figure alle verità, con le cose temporali alle eterne, con quelle carnali alle spirituali e con quelle terrene alle celesti.

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