"Quando sarò innalzato da terra, attirerò a me ogni creatura"
Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
Tu detesti chi serve idoli falsi, ma io ho fede nel Signore.
Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio,
nelle tue mani sono i miei giorni».
nelle tue mani sono i miei giorni».
Benedetto il Signore, che ha fatto per me meraviglie di grazia
in una fortezza inaccessibile.
in una fortezza inaccessibile.
Siate forti, riprendete coraggio,
o voi tutti che sperate nel Signore.
o voi tutti che sperate nel Signore.
Non abbandonate la vostra fiducia. Avete solo bisogno di costanza:
fate la volontà di Dio, e otterrete la promessa.
Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime:
fate la volontà di Dio, e otterrete la promessa.
fate la volontà di Dio, e otterrete la promessa.
Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime:
fate la volontà di Dio, e otterrete la promessa.
Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
La passione del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo è pegno sicuro di gloria e insieme ammaestramento di pazienza.
Che cosa mai non devono aspettarsi dalla grazia di Dio i cuori dei fedeli! Infatti al Figlio unigenito di Dio, coeterno al Padre, sembrando troppo poco nascere uomo dagli uomini, volle spingersi fino al punto di morire quale uomo e proprio per mano di quegli uomini che aveva creato lui stesso.
Gran cosa è ciò che ci viene promesso dal Signore per il futuro, ma è molto più grande quello che celebriamo ricordando quanto è già stato compiuto per noi. Dove erano e che cosa erano gli uomini, quando Cristo morì per i peccatori? Come si può dubitare che egli darà ai suoi fedeli la sua vita, quando per essi, egli non ha esitato a dare anche la sua morte? Perché gli uomini stentano a credere che un giorno vivranno con Dio, quando già si è verificato un fatto molto più incredibile, quello di un Dio morto per gli uomini?
Chi è infatti Cristo? E' colui del quale si dice: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio»? (Gv 1, 1). Ebbene questo Verbo di Dio «si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). Egli non aveva nulla in se stesso per cui potesse morire per noi, se non avesse preso da noi una carne mortale. In tal modo egli immortale poté morire, volendo dare la vita per i mortali. Donde lo stupefacente scambio: fece sua la nostra morte e nostra la sua vita. Dunque non vergogna, ma fiducia sconfinata e vanto immenso nella morte del Cristo.
Confessiamo perciò, o fratelli, senza timore, anzi proclamiamo che Cristo fu crocifisso per noi. Diciamolo, non già con timore, ma con gioia, non con rossore, ma con fierezza.
L'apostolo Paolo lo comprese bene e lo fece valere come titolo di gloria: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo» (Gal 6, 14).
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