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sabato 27 febbraio 2010

II domenica di Quaresima


"
Questi è il mio amatissimo figlio: ascoltatelo tutti."


Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
«La Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1, 17). In lui si sono compiute le promesse delle figure profetiche e ha trovato attuazione il senso dei precetti legali: la sua presenza dimostra vere le profezie e la grazia rende possibile l'osservanza dei comandamenti.

All'annunzio del Vangelo si rinvigorisca dunque la fede di voi tutti, e nessuno si vergogni della croce di Cristo, per mezzo della quale è stato redento il mondo.

Nessuno esiti a soffrire per la giustizia, nessuno dubiti di ricevere la ricompensa promessa, perché attraverso la fatica si passa al riposo e attraverso la morte si giunge alla vita. Avendo egli assunto le debolezze della nostra condizione, anche noi, se persevereremo nella confessione e nell'amore di lui, riporteremo la sua stessa vittoria e conseguiremo il premio promesso.

Quindi, sia per osservare i comandamenti, sia per sopportare le contrarietà, risuoni sempre alle nostre orecchie la voce del Padre, che dice: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5).

sabato della I sett. di Quaresima


"Chi fa la verità viene alla luce: le sue opere si riveleranno a tutti"

dalla "Gaudium et spes" del Concilio Vaticano II
Il mondo si presenta oggi potente a un tempo e debole, capace di operare il meglio e il peggio, mentre gli si apre dinanzi la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della fraternità o dell'odio. Inoltre l'uomo si rende conto che dipende da lui orientare bene le forze da lui stesso suscitate e che possono schiacciarlo o servirgli. Per questo si pone degli interrogativi.
In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell'uomo. E' proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una parte, infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; dall'altra parte si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato a una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe (cfr. Rm 7, 14 segg.). Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società.
Con tutto ciò, di fronte all'evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi capitali: cos'è l'uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte che malgrado ogni progresso continuano a sussistere? Cosa valgono queste conquiste a così caro prezzo raggiunte? Che reca l'uomo alla società, e cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita?
Ecco, la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà all'uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza perché l'uomo possa rispondere alla suprema sua vocazione; né è dato in terra un altro nome agli uomini in cui possano salvarsi (cfr. At 4, 12). Crede ugualmente di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di sopra di tutti i mutamenti ci sono molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli (cfr. Eb 13, 8).

venerdì 26 febbraio 2010

venerdì della I sett. di Quaresima


"Ritornate al Signore vostro Dio: Egli è buono e perdona"


dallo «Specchio della carità» di sant'Aelredo, abate
Non c'è niente che ci spinga ad amare i nemici, cosa in cui consiste la perfezione dell'amore fraterno, quanto la dolce considerazione di quella ammirabile pazienza per cui egli, «il più bello tra i figli dell'uomo» (Sal 44, 3) offrì il suo bel viso agli sputi dei malvagi. Lasciò velare dai malfattori quegli occhi, al cui cenno ogni cosa ubbidisce. Espose i suoi fianchi ai flagelli. Sottopose il capo, che fa tremare i Principati e le Potestà, alle punte acuminate delle spine. Abbandonò se stesso all'obbrobrio e agli insulti. Infine sopportò pazientemente la croce, i chiodi, la lancia, il fiele e l'aceto, lui in tutto dolce, mite e clemente.
Alla fine fu condotto via come una pecora al macello, e come un agnello se ne stette silenzioso davanti al tosatore e non aprì bocca (cfr. Is 53, 7).
Chi al sentire quella voce meravigliosa piena di dolcezza, piena di carità, piena di inalterabile pacatezza: «Padre, perdonali» non abbraccerebbe subito i suoi nemici con tutto l'affetto? «Padre», dice, «perdonali» (Lc 23, 34). Che cosa si poteva aggiungere di dolcezza, di carità ad una siffatta preghiera? Tuttavia egli aggiunse qualcosa. Gli sembrò poco pregare, volle anche scusare. «Padre, disse, perdonali, perché non sanno quello che fanno». E invero sono grandi peccatori, ma poveri conoscitori. Perciò: «Padre, perdonali». Lo crocifiggono, ma non sanno chi crocifiggono, perché se l'avessero conosciuto, giammai avrebbero crocifisso il Signore della gloria (cfr. 1 Cor 2, 8); perciò «Padre, perdonali». Lo ritengono un trasgressore della legge, un presuntuoso che si fa Dio, lo stimano un seduttore del popolo.
«Ma io ho nascosto da loro il mio volto, non riconobbero la mia maestà». Perciò: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».
Se l'uomo vuole amare se stesso di amore autentico non si lasci corrompere da nessun piacere della carne. Per non soccombere alla concupiscenza della carne, rivolga ogni suo affetto alla dolcezza del pane eucaristico. Inoltre per riposare più perfettamente e soavemente nella gioia della carità fraterna, abbracci di vero amore anche i nemici.
Perché questo fuoco divino non intiepidisca di fronte alle ingiustizie, guardi sempre con gli occhi della mente la pazienza e la pacatezza del suo amato Signore e Salvatore.

giovedì 25 febbraio 2010

giovedì della I sett. di Quaresima


"Chi medita la legge del Signore porta molto frutto"


La legge del Signore è il Vangelo, anzi la legge è una persona: è il Signore Gesù. Per noi la legge non è un libro, ma lo stesso buon Pastore. Approfondire la conoscenza di lui è portare frutto a suo tempo, pronti per la pasqua eterna.

(da "Quaresima è bello" di Domenico Nicolai)


dalle «Omelie» di sant'Asterio, vescovo
Il modello, ad immagine del quale siete stati fatti, è Dio.
Siete cristiani, e col vostro stesso nome dichiarate la vostra dignità umana, perciò siate imitatori dell'amore di Cristo che si fece uomo.
Quando venne egli stesso, proclamò di persona e con la propria bocca: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò» (Mt 11, 28). Perciò a coloro che ascoltarono la sua parola, concesse un pronto perdono dei peccati e li liberò da quanto li angustiava. Il Verbo li santificò, lo Spirito li rese saldi, l'uomo vecchio venne sepolto nell'acqua, e fu generato l'uomo nuovo, che fiorì nella grazia.
Dopo che cosa segui? Colui che era stato nemico diventò amico, l'estraneo diventò figlio, l'empio diventò santo e pio.

Non è giusto considerare gli uomini come dannati e senza speranza, e non dobbiamo trascurare coloro che si trovano nei pericoli, né essere pigri nel portare loro il nostro aiuto, ma è nostro dovere ricondurre sulla retta via coloro che da essa si sono allontanati e che si sono smarriti. Dobbiamo rallegrarci del loro ritorno e ricongiungerli alla moltitudine di quanti vivono bene e nella pietà.

mercoledì 24 febbraio 2010

mercoledì della I sett. di Quaresima


"Convertitevi, fatevi nuovi nel cuore e nello spirito"


dalle "Dimostrazioni" di Afraate, vescovo


La legge e il patto hanno subito totali mutazioni.
Infatti Dio mutò il primo patto con Adamo e ne impose un altro a Noè. Poi un altro ne stipulò con Abramo, aggiornato in seguito con quello che strinse con Mosè. Siccome però anche il patto mosaico non veniva osservato, egli fece un'alleanza nuova con l'ultima generazione.
Tuttavia la vera circoncisione approvata da colui che ha dato quei patti, è quella di cui parla Geremia quando dice: «Circoncidete il vostro cuore» (Ger 4, 4).
Dio, nelle diverse generazioni, stabilì delle leggi, che furono valide fino a che gli piacque, e poi andarono in disuso come dice l'Apostolo: In passato il regno di Dio assunse forme diverse nei diversi tempi.
Tuttavia il nostro Dio è veritiero, e i suoi precetti sono fermissimi: e qualunque patto, nel suo tempo, fu mantenuto fermo e vero, e coloro che sono circoncisi nel cuore hanno la vita per la nuova circoncisione che si opera nel Giordano cioè nel battesimo ricevuto per la remissione dei peccati.
Giosuè, figlio di Nun, fece circoncidere nuovamente il popolo con un coltello di pietra, quando col suo popolo passò il Giordano; Gesù nostro Salvatore, fa di nuovo circoncidere con la circoncisione del cuore le genti che hanno creduto in lui, e che furono lavate nel battesimo e circoncise con la spada, che è la parola di Dio, più tagliente di una spada a doppio taglio (cfr. Eb 4, 12).
Giosuè fece entrare il popolo nella terra promessa; Gesù nostro Signore, promise la terra della vita a tutti coloro che hanno passato il vero Giordano e hanno creduto e furono circoncisi nell'intimo del loro cuore.
Beati, quindi, coloro che furono circoncisi nell'intimo del cuore, e sono rinati dalle acque della seconda circoncisione. Essi riceveranno l'eredità con Abramo, capostipite fedele e padre di tutte le genti, perché la sua fede gli fu computata a giustizia.

martedì 23 febbraio 2010

martedì della I sett. di Quaresima


"Ecco il tempo della grazia, ecco i giorni della salvezza"

Il tempo della grazia è la Quaresima, e i giorni della salvezza è tutta la vita a nostra disposizione.
Quaresima è il tempo della sincerità e della coerenza: ci comportiamo da atei, anche se preghiamo, anche se celebriamo messe e vi partecipiamo; ci comportiamo da atei, anche se viviamo nei conventi, anche se poniamo il crocifisso sulle pareti di casa o negli uffici, oppure in parlamento. Per questo la Quaresima è un cammino nel quale dobbiamo "ritornare".
(da "Quaresima è bello" di Domenico Nicolai)

da un trattato di san Cipriano martire
Dio volle che molte cose fossero dette e ascoltate per mezzo dei profeti, suoi servi.
Ma immensamente più sublimi sono le realtà che comunica attraverso il suo Figlio.
Più incomparabili le cose, che la parola di Dio, pur già presente nei profeti, proclama ora con la propria voce, e cioè non più comandando che gli si prepari la via, ma venendo egli stesso, aprendoci e mostrandoci il cammino da seguire. Così mentre prima eravamo erranti, sconsiderati e ciechi nelle tenebre della morte, ora, illuminati dalla luce della grazia, possiamo battere la via della vita con la guida e l`aiuto del Signore.

Ci suggerì e insegnò quel che dovevamo domandare. Colui che ha dato la vita, ha insegnato anche a pregare, con la stessa benevolenza con la quale sì è degnato di dare e fornire tutto il resto; e ciò perché parlando noi al Padre con la supplica e l'orazione che il Figlio insegnò, fossimo più facilmente ascoltati. Quale orazione infatti può essere più spirituale di quella che ci è stata data da Cristo, dal quale ci è stato mandato anche lo Spirito Santo? Quale preghiera al Padre può essere più vera di quella che è stata proferita dalla bocca del Figlio, che è verità?
Preghiamo, dunque, fratelli, come Dio, nostro Maestro, ci ha insegnato. E` preghiera amica e familiare pregare Dio con le sue parole, far salire ai suoi orecchi la preghiera di Cristo.
Riconosca il Padre le parole del Figlio suo quando preghiamo; egli che abita dentro il nostro cuore, sia anche nella nostra voce. E poiché è nostro avvocato presso il Padre, usiamo le parole del nostro avvocato, quando, come peccatori, supplichiamo per i nostri peccati. Se egli ha detto che qualunque cosa chiederemo al Padre nel suo nome ci sarà data, impetreremo più efficacemente quel che domandiamo in nome di Cristo, se lo domanderemo con la sua preghiera.

lunedì 22 febbraio 2010

lunedì della I sett. di Quaresima


"Convertitevi e credete al Vangelo: il Regno di Dio è vicino"

Secondo me, questo comando è l'imperativo di tutta la vita, di ogni giorno della vita, se uno ha in mente di raggiungere la perfezione. Io dico che "convertirsi"è vigilare su se stessi, perchè non siamo mai convertiti. Oggi dico "ti amo", domani dico "ti odio", oggi dico a Dio "ci sei", domani gli dico "non ci sei"; oggi adoro, domani bestemmio; oggi mi curo del povero, domani non ne ho voglia. Ecco, la fede ce l'ho e non ce l'ho, la possiedo e non la possiedo
(da "Quaresima è bello" di Domenico Nicolai)


dai "Discorsi" di san Gregorio Nazianzeno, vescovo (IV sec.)
Riconosci l’origine della tua esistenza, del respiro, dell’intelligenza, della sapienza e, ciò che più conta, della conoscenza di Dio.
Se poi vogliamo parlare di doni più umili e comuni: chi ti permette di vedere la bellezza del cielo, il corso del sole, i cicli della luce, le miriadi di stelle e all’armonia ed ordine che sempre si rinnovano meravigliosamente nel cosmo, rendendo festoso il creato come il suono di una cetra?
Chi ti concede la pioggia, la fertilitá dei campi, il cibo, la gioia dell’arte, il luogo della tua dimora, le leggi, lo stato, e aggiungiamo, la vita di ogni giorno, l’amicizia e il piacere della tua parentela?
... Fu Dio.
Ebbene, egli in cambio di tutto ciò che cosa ti chiede?
L’amore.
Richiede da te continuamente innanzitutto e soprattutto l’amore a lui e al prossimo.
Guardiamoci dal diventare cattivi amministratori di quanto ci è stato dato in dono. Meriteremmo allora l'ammonizione di Pietro: Vergognatevi, voi che trattenete le cose altrui! Imitate la bontà divina e nessuno sarà povero.
Non affatichiamoci ad accumulare e a conservare ricchezze, mentre altri soffrono la fame.
Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperare nulla.
Operiamo secondo quella suprema e prima legge di Dio, che fa scendere la pioggia sia sui giusti sia sui peccatori, fa sorgere il sole ugualmente per tutti, a tutti dà con grande liberalità i beni della vita senza restrizioni, senza condizioni, senza limitazioni di sorta. Egli non fece discriminazioni, non si mostrò avaro con nessuno e manifestò a tutti il suo amore.

sabato 20 febbraio 2010

I domenica di Quaresima


"Non di solo pane vive l'uomo"

dagli scritti di sant'Agostino

«Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera; dai confini della terra io t'invoco».
Ma, perché ho gridato questo? Perché il mio cuore è in angoscia. Mostra di trovarsi fra tutte le genti, su tutta la terra non in grande gloria, ma in mezzo a grandi prove.
Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico, una prova.
Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra, ma tuttavia non viene abbandonato. Poiché il Signore volle prefigurare noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale, nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo. In tal modo anche le membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute.
Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l'umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria.

sabato dopo le ceneri


"Chi fa la verità, viene alla luce: le sue opere si riveleranno a tutti"

dagli scritti di sant'Ireneo di Lione, vescovo
L'amicizia di Dio concede l'immortalità a quanti vi si dispongono debitamente.
In principio Dio plasmò Adamo non perchè avesse bisogno dell'uomo, ma per avere qualcuno su cui effondere i suoi benefici. A sua volta il Verbo si fece amico degli uomini non perchè avesse bisogno del nostro servizio, ma per dare a noi la salvezza.
Seguire il Salvatore, infatti, è partecipare della salvezza, come seguire la luce significa essere pervasi di chiarore. Chi è nella luce non è certo lui a illuminare, ma è la luce che rischiara lui e lo rende luminoso.
Così è anche del nostro servizio verso Dio: non apporta nulla a Dio, e d'altra parte Dio non ha bisogno del servizio degli uomini, ma a quelli che lo servono e lo seguono egli dà la vita, l'incorruttibilità e la gloria eterna.
Quando Dio ricerca il servizio degli uomini è per avere la possibilità, lui che è buono e misericordioso, di riversare i suoi benefici su quelli che perseverano nel suo servizio.
Dice Gesù: "Non vi chiamo più servi, ma amici: il servo non sa quello che fa il suo padrone, io invece tutto quello che ho udito dal Padre ve l'ho fatto conoscere".

venerdì 19 febbraio 2010

venerdì dopo le ceneri


"Ritornate al Signore vostro Dio: Egli è buono e perdona"


Dalle Omelie di san Giovanni Crisostomo, vescovo

La preghiera, o dialogo con Dio, è un bene sommo. E' infatti una comunione intima con Dio. Come gli occhi del corpo vedendo la luce ne sono rischiarati, così anche l'anima che è tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera. Deve essere però una preghiera non fatta per abitudine, ma che proceda dal cuore.
Non deve essere circoscritta a determinati tempi ed ore, ma fiorire continuamente, notte e giorno.
Non bisogna innalzare il nostro animo a Dio solamente quando attendiamo con tutto lo spirito alla preghiera. Occorre che, anche quando siamo occupati in altre faccende, sia nella cura verso i poveri, sia nelle altre attività, impreziosite magari dalla generosità verso il prossimo, abbiamo il desiderio e il ricordo di Dio, perchè, insaporito dall'amore divino, come da sale, tutto diventi cibo gustosissimo al Signore dell'universo. Possiamo godere continuamente di questo vantaggio, anzi per tutta la vita, se a questo tipo di preghiera dedichiamo il più possibile del nostro tempo.
La preghiera è luce dell'anima, vera conoscenza di Dio, mediatrice tra Dio e l'uomo.
La preghiera autentica, e non delle sole parole, è un desiderare Dio, un amore ineffabile che non proviene dagli uomini, ma è prodotto dalla grazia divina.
Se il Signore dà a qualcuno tale modo di pregare, è una ricchezza da valorizzare, è un cibo celeste che sazia l'anima; chi l'ha gustato si accende di desiderio celeste per il Signore, come di un fuoco ardentissimo che infiamma la sua anima.
Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà mediante la pratica della preghiera. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia. Egli ti concederà di trasformare la tua anima in tempio della sua presenza.

giovedì 18 febbraio 2010

giovedì dopo le ceneri

da oggi,per tutto il Tempo di Quaresima, cercheremo di riportare ogni giorno qualche brano dall'Ufficio delle letture.

“Chi medita la legge del Signore porta frutto a suo tempo”

Dai discorsi di san Leone Magno, papa
Ora ci viene chiesto un completo rinnovamento dello spirito: sono i giorni dei misteri della redenzione umana e che precedono più da vicino le feste pasquali.
E' caratteristica infatti della festa di Pasqua, che la Chiesa tutta goda e si rallegri per il perdono dei peccati.
Certo è nel lavacro di rigenerazione (il Battesimo) che nascono gli uomini nuovi, ma tutti hanno il dovere del rinnovamento quotidiano: occorre liberarsi dalle incrostazioni proprie alla nostra condizione mortale. E poiché nel cammino della perfezione non c'è nessuno che non debba migliorare, dobbiamo tutti, senza eccezione, sforzarci perché nessuno nel giorno della redenzione si trovi ancora invischiato nei vizi dell'uomo vecchio.
Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggior sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell'astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati.

mercoledì 17 febbraio 2010

Mercoledì delle Ceneri

Entriamo nel deserto!
Vorrei augurare a tutti un buon inizio di Quaresima, che sia un tempo fruttuoso di preghiera, digiuno materiale e spirituale e di opere di carità, nel quale il Signore possa avere l'opportunità di operare in noi una vera conversione.
Il deserto è il luogo in cui noi possiamo incontrare il Signore.
Cominciando a spogliarci del superfluo, di tutto quello che sappiamo ci allontana da Lui, che ci toglie il tempo per stare con Lui e conoscerLo, quello che ci distrae dalla nostra vera vita, mettiamoci in cammino per ascoltare, lontani da tante voci rumorose, quello che Dio ha da dire al nostro cuore.
Lasciamoci riconciliare da Lui, lasciamoci amare da Lui, lasciamo che la sua benedizione trasformi il nostro cuore e lo ricolmi della gioia che non finisce.
Non è un tempo di tristezza quello di Quaresima, al contrario; è un dono, un'occasione preziosa per fare verità e mettere ordine nella nostra vita, nelle nostre relazioni (familiari, amicali, di coppia e anche con Dio), nelle nostre attività (di studio, lavoro, ecc.), con l'aiuto di Dio che ci guarda con occhi amorevoli e misericordiosi. Solo questa "preparazione" può renderci capaci di riconoscere, accogliere e donare l'amore immenso che Dio ha manifestato per noi nell'incarnazione, morte e resurrezione del suo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo!