Oggi ho ascoltato il commento di padre Ermes Ronchi sul Vangelo che ascolteremo domani; ne ho conservato a memoria qualche passaggio che spero possa essere utile per la riflessione di tutti.
Le nozze di Cana, il primo miracolo di Gesù! All'inizio della sua missione Gesù è invitato ad una festa, un matrimonio, si celebra l'amore. E' qui che compie il suo primo miracolo; anche se ci sono tanti malati, sofferenti nel corpo e nello spirito da guarire intorno a lui, nella sua terra, Gesù comincia la sua missione compiendo un miracolo che sembra "superfluo", quasi un gesto da mago: cambia l'acqua in vino.
Perchè?
Il fatto che lo determina è che, come nota subito Maria, gli invitati alla festa "Non hanno più vino".
Non abbiamo più vino, è di questo che si preoccupa la nostra Madre; siamo tristi, non abbiamo più amore, la nostra fede è dubbiosa, vacilla, siamo rassegnati e senza più speranza. Maria, donna della fede, sa che Gesù è l'unico che può cambiare questa situazione, che può ridonarci la vita e ci dà due indicazioni "pratiche":
1) Tutto quello che vi dirà fatelo: cioè non solo ascoltate e annunciate il Vangelo, ma fate ciò che vi è scritto!
2) Riempite d'acqua le giare fino all'orlo: quello che abbiamo da portare al Signore è solo acqua, la nostra povera umanità, il nostro poco amore, la nostra pochissima fede; quest'acqua Gesù la vuole tutta, per poter trasformare tutta la nostra vita!
Il Dio in cui io credo -dice Ermes Ronchi- è il Dio delle nozze di Cana, il Dio della festa, del gioioso amore danzante, un Dio felice che sta dalla parte del vino, che ama il profumo di Betania (Gv 12, 1-4), che fa dell'amore il luogo in cui germogliano miracoli, "un rabbi esperto in banchetti" (E. Bianchi), un allietatore di poveri, un Dio felice che dà il piacere di esistere e di credere.
sabato 16 gennaio 2010
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